La gravidanza umana, tutti lo sanno, ha una durata tipica di 40 settimane ma fisiologicamente questa durata ha una certa tolleranza, una durata leggermente inferiore o superiore senza che questo rappresenti un’anomalia. Cosa fare, però, se la gravidanza si prolunga oltre termine fisiologico?
La durata della gravidanza
La durata della gravidanza, come detto e come risaputo, è di 40 settimane ma la data di inizio può essere abbastanza incerta da non poter determinare con assoluta certezza la data di scadenza dille 40 settimane.
Si parla, infatti, sempre di data presunta del parto, lasciando un certo termine di incertezza. Oggi le moderne tecniche di determinazione del grado di sviluppo del bambino, di analisi di carattere ormonali, consentono una maggiore precisione nelle determinazioni ma un campo di tolleranza resta sempre.
Si ritiene comunque normale, fisiologica una durata tra la 38° settimana e la 42° senza che questo debba comportare un intervento medico.
Cosa accade se il termine non viene rispettato
Se il bambino decide di venire alla luce prima del termine, non si pone il problema della durata maggiore della gravidanza, ovviamente.
In questo caso occorre che i medici valutino alla nascita le condizioni del bambino, il suo peso, lo sviluppo degli organi, la maturità, in sostanza, del bambino.
Qualora il bambino fosse eccessivamente sotto peso o con uno sviluppo ancora incompleto, i medici decideranno le misure necessarie, in particolare di lasciarlo in incubatrice per il tempo necessario.
A cosa serve l’incubatrice
In una normale situazione di nascita del bambino, con un sufficiente grado di sviluppo, il neonato ha una certa capacità di produrre calore per se stesso, anche se viene generalmente aiutato in questo avvolgendolo in copertine e vestitini che mantengono il calore generato dal corpicino.
Se il bambino nasce con un eccessivo anticipo, il suo grado di sviluppo può essere ancora insufficiente, la sua capacità di genere calore non è abbastanza sviluppata.
In questo caso occorre mettere il bambino in una situazione protetta, una speciale “culla” che provveda a mantenere il calore attorno al bambino ad un livello fisiologico mentre si completa lo sviluppo.
Questa è l’incubatrice, semplicemente una culla termostatica che però rappresenta un prezioso aiuto al bambino nato prematuro e che protegge il neonato da sbalzi termici e temperature per lui eccessivamente basse che non è in grado di contrastare.
Se il bambino non vuole nascere
In molti casi sembra che il bambino non voglia proprio saperne di lasciare la comoda pancia della mamma. Sembra che non voglia conoscere il mondo che lo aspetta e in questo potremmo anche non dargli torto, sotto molti aspetti.
Se ti trovi in questa situazione non farti prendere dal panico. Si capisce che non vedi l’ora che nasca, per conoscere il tuo bimbo, innanzitutto, per gioire della sua nascita e poterlo finalmente avere tra le braccia ma anche per mettere fine a tutti i disagi che la gravidanza comporta.
Accelerare il travaglio
Il bambino oltre termine richiede particolare attenzione da parte del ginecologo che si deve accertare che non vi siano segni di patimento del bambino. In particolare occorre verificare il battito cardiaco e l’aspetto del liquido amniotico.
Si può arrivare alla decisione di indurre il parto con i mezzi moderni più adeguati e avanzati della scienza medica, flebo o fettucce stimolanti la dilatazione e le contrazioni.
Solo il ginecologo può fare le corrette valutazioni e decidere l’azione migliore nell’interesse della mamma e del bambino. Nella cultura popolare vi sono diverse convinzioni ritenute utili per accelerare il travaglio e favorire il parto ma alcune non sono solo inutili ma anche potenzialmente dannose.
Le cose da evitare
Molte ritengono che fare le scale possa favorire le contrazioni: non vi è alcuna evidenza dell’utilità di questa pratica, serve solo a stancare di più la futura mamma. Utile, invece, camminare, cosa consigliata anche dalle ostetriche, se non controindicato da altre situazioni.
Le fasi lunari hanno certamente influenza su molte cose ma non sul parto: se così fosse, le nascite dovrebbero tutte concentrarsi in questa occasione astronomica, invece i bambini nascono tutti i giorni.
Fare il bagno in acqua molto calda non ha effetto sul travaglio. Nessuno nega l’utilità rilassante di una doccia calda, stimolando anche il travaglio ma se la temperatura è eccessivamente calda si realizza una eccessiva circolazione periferica, togliendo flusso sanguigno al cuore, alla placenta e all’utero, una situazione che può essere anche significativamente dannosa.
La tendenza medica attuale è di non attendere oltre il nono giorno dalla data presunta di parto, dopodiché il parto viene indotto.