La popolazione italiana, da diversi anni ormai, è al centro di un invecchiamento progressivo impossibile da ignorare. Questo trend ha degli impatti forti sulla società: uno di questi riguarda la situazione di numerose famiglie che si trovano, molto più rispetto a un tempo, a dover capire come gestire la quotidianità di un caro in età avanzata che non può più stare da solo. In questi frangenti, capita spesso di chiedersi quale soluzione sia meglio tra badante convivente e casa di riposo. Nelle prossime righe, cerchiamo di rispondere assieme alla domanda.
L’importanza della comunicazione con tutta la famiglia
Nel momento in cui si decide come gestire la quotidianità di una persona cara anziana non più completamente autosufficiente, il primo passo deve prevedere la creazione di concordanza e armonia tra tutti i familiari. L’ideale sarebbe trovarsi e discutere faccia a faccia della situazione, in modo da trovare un punto di incontro e da comunicare direttamente eventuali aspetti sui quali non si è d’accordo.
La gestione di un parente anziano è molto delicata e avere dei non detti può rivelarsi a dir poco rischioso.
Partire da bisogni e obiettivi
Il passo successivo prevede il fatto di definire, nella maniera più chiara possibile e con l’aiuto di un esperto, i bisogni del proprio parente. A volte, infatti, ci si rende conto che, nonostante gli acciacchi dovuti all’età, la persona anziana ha semplicemente necessità di un aiuto in più quotidiano in casa.
Il nodo del benessere mentale
Sono davvero tanti gli aspetti da valutare nel momento in cui ci si trova davanti alla necessità di decidere della gestione quotidiana di un parente anziano. Un punto sul quale vale senza dubbio la pena soffermarsi riguarda il benessere mentale della persona. Non è rara la situazione di chi si rende conto che un parente in età non più verde, pur avendo bisogno di un aiuto quotidiano consistente, se portato in una residenza sanitaria assistita subirebbe un vero e proprio trauma psicologico. Non bisogna infatti dimenticare che le persone anziane sono estremamente abitudinarie.
In casi del genere, per preservare la salute mentale del proprio congiunto si può optare per la badante convivente. Attenzione: nei casi in cui si arriva a questa scelta dopo aver riflettuto a lungo sulla possibilità di ricorrere alla casa di riposo, significa che la persona ha delle necessità che richiedono molta attenzione. Alla luce di ciò, è cruciale scegliere un professionista estremamente qualificato, motivo per cui è meglio non affidarsi agli annunci su siti generici – dove ci sono persone che possono essere animate da tutte le buone intenzioni del mondo ma che non sono sempre in possesso delle competenze adatte – e rivolgersi ad agenzie specializzate come assistenzatorino.it.
Il fattore tempo
Sia che si decida di ingaggiare una badante convivente, sia che si opti per la casa di riposo, è cruciale non trascurare il fattore tempo. Nel caso della badante, come abbiamo appena visto, è necessario dedicarsi con attenzione alla selezione dei profili. Per quanto riguarda la casa di riposo, può essere opportuno visitare più strutture. L’impressione sull’atmosfera è importante, ma non è l’unico criterio da considerare in sede di scelta. Si deve tenere conto, per esempio, del numero degli OSS (operatori socio sanitari) e degli infermieri presenti durante la notte, ma anche delle modalità di accoglienza. In questo caso, l’optimum prevede la redazione di un piano sanitario individuale, documento dal quale partire per definire le necessità mediche del soggetto.
Da non dimenticare sono poi aspetti come le attività ricreative e le eventuali partnership con associazioni del territorio, realtà che possono solo arricchire la quotidianità degli ospiti, regalando loro spunti per non perdere mai di vista il benessere fisico e mentale.